Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Risultati per: fedoro

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I FIGLI DELL'ARIA

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Salgari, Emilio 34 occorrenze

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in cui si trova il famoso lago sacro. Il monastero che si presentava agli sguardi stupiti di Fedoro e del cosacco, era degno della sua fama. Era un

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. - Chi siete voi? - chiese Fedoro, che cominciava a diventare assai inquieto per la brutta piega che prendevano le cose. - Un magistrato della giustizia

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me e che mi colpiranno al cuore. - I bravi della hoè! - esclamò Fedoro impallidendo. - Della "Campana d'argento" - aggiunse Sing-Sing, con un sospiro

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Fedoro, quantunque provasse una sensazione non meno terrificante, spinto da una viva curiosità, si era approssimato al pertugio, il quale, trovandosi

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Appena terminata la colazione, Rokoff e Fedoro prendevano i fucili per andare in cerca dell'orso, mentre il capitano andava a gettare le sue reti per

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bisbigli. Rokoff, Fedoro e la loro scorta percorsero cinque o seicento passi, salendo di quando in quando delle gradinate, poi giunsero dinanzi a una

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facciano sparire! . . . . . . . . . . . . . . . Fedoro e Rokoff erano rimasti come inebetiti dall'orrore, dinanzi all'atroce scena che si svolgeva sotto

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che contrastavano vivacemente con quelle agili e decise del compagno. - Ebbene, Fedoro, ci si arriva? - chiese ad un tratto l'uomo tozzo, sbuffando

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rosso. Dopo aver inforcato un paio d'occhiali di quarzo, di dimensioni straordinarie, il cinese si avanzò verso Fedoro stendendogli la mano

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si era arrestato un solo istante, aveva già attraversato almeno un terzo del deserto, il capitano mostrò a Fedoro e a Rokoff una catena di altissime

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Fedoro riuscivano a comprendere. A mezzanotte lo "Sparviero" passava, colla rapidità d'una freccia, al disopra di Balloah, una delle ultime città di

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Quanto Rokoff e il suo amico Fedoro dormirono? Non lo seppero mai e non si curarono nemmeno di saperlo, perché una sorpresa ben più interessante li

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, volgendosi a Fedoro. - Si direbbe che su questi alberi è nevicato. - I pe-lah hanno lavorato - rispose il russo. - I pe-lah! Ne so meno di prima

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Quando Rokoff e Fedoro, dopo una tranquilla dormita, uscirono dal fuso, videro il capitano che stava esaminando attentamente le piante del tè che

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Il veliero segnalato da Fedoro, era una di quelle massicce navi che i cinesi chiamano ts' tao ch' wan, che il governo imperiale ha ormai relegate sui

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metteranno fuori combattimento. - Bada - disse Fedoro. - Sono robusti e coraggiosi. - Che ci siamo ingannati? - si chiese il capitano. - Non mi pare che

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alzarsi verso l'estremità del lago e che mi sembra satura di elettricità. - Se prendessimo terra prima che scoppiasse? - chiese Fedoro. - Siamo in una

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dei cinesi, i due prigionieri condannati a morte. Rokoff e Fedoro, appena usciti dalla tenda, si erano arrestati mandando un duplice grido di sorpresa

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. Sono meno superstiziosi e più coraggiosi. - E poi ci hanno veduti - aggiunse Fedoro. - Avranno pensato che un drago non si lascia montare dagli uomini

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saltato - disse Fedoro. - Che uomini sono quelli delle steppe! - Lasciamo i salti e anche le steppe e pensiamo a trarci da questa situazione che non è

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cannocchiale. - Siamo sui confini dell'antico impero cinese; al di là vi è la Mongolia. - Andremo a vederlo? - chiese Fedoro. - Anzi, seguiremo per qualche

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inservibile, la rovineremo del tutto. Macchinista: arresta la corsa. - Avete anche della dinamite a bordo? - chiese Fedoro. - Per che cosa farne? Non ho

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assassinare! Per le steppe del Don! Non siamo ancora morti. Anche Fedoro, che una bella collera bianca aveva reso furioso, non stava inoperoso. Era già

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queste spiegazioni che Fedoro gli aveva dato sui Buddha viventi, aveva perduto gran parte del suo appetito e non aveva più osato assalire i pasticci

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Buddha? - chiese Fedoro. - Tale è la loro credenza - rispose il capitano. - Gl'indiani le gettano nel Gange ed i tibetani nel Tengri-Nor. - Sì, signor

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? - chiese Rokoff. - No ... non era un orso ... pareva una tigre. - È impossibile! - esclamò il capitano. - Vi dico invece che è possibile - disse Fedoro

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Se Fedoro e il capitano non erano pronti a trattenerlo, il cosacco aveva già preso lo slancio per fuggire verso lo "Sparviero", piantando in asso la

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pensiero era stato quello di abbandonare subito il monastero assieme a Fedoro, ma il tempo gli era mancato, perché i monaci avevano invaso

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bruscamente, rovesciandosi su un fianco o sull'altro, con gran terrore di Rokoff e di Fedoro, che temevano di vederlo precipitare in quel baratro

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trecento metri d'altezza, in meno d'un minuto toccò il suolo a soli cinquanta passi dall'accampamento. Rokoff, Fedoro e il comandante, dopo essersi

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Mentre Fedoro e Rokoff venivano scaraventati nel lago dalla scarica elettrica che aveva colpito la prora del fuso e si salvarono miracolosamente

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e ne vide altri allontanarsi velocemente. - Ciò non è naturale - disse. S'avvicinò allo "Sparviero" sul cui ponte il capitano, Fedoro e gli altri due

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cavaliere, e tornarono verso lo "Sparviero". Il macchinista aiutato da Fedoro e dallo sconosciuto, aveva allora terminato d'inchiodare il feltro sui

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qualche palla fischiare - disse Fedoro. - Non mi stupisco - rispose il capitano - eppure ci troviamo a milletrecento metri. Non sono i moschettoni a

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